Teatro

Speciale Fringe 2013

Speciale Fringe 2013

FUTURI VOLI

Partendo dalla constatazione che i luoghi di cultura sono stati trasformati in diffusori di merce da consumare, un consumo veloce, acritico, di pancia, senza che sia prevista metabolizzazione alcuna, a differenza di una volta quando pubblico e autori si confrontavano e il teatro, come spazio fisico, serviva anche a quello, Futuri voli di Alessandro Sanmartin del collettivo Livello 4, vuole essere un tentativo ironico, comico, assurdo e commovente di parlare agli animi, e raccontare una storia possibile: l’avvento di una pacifica rivoluzione.

Alessandro Sanmartin Valentina Dal Mas Daniele Preto containano lo specifico delle proprie competenze il teatro, la danza e la body art, per approntare una performance per ridare il sangue e la carne agli scheletri abbandonati dei nostri futuri.

La messa in gioco e l'ironia si coniugano con una ricerca coreutica e performativa timide ma interessanti, quello che lascia perplessi è il contenuto della performance.

La pars destruens, sviluppata con una ironia (il racconto è tutto un rimando e un allusione a un discorso altro sviluppato a partire dal classico contrasto comunardo tra individuo e gruppo, tra vita privata e vita pubblica) che irride all'insanabile conflitto tra le esigenze del singolo e quelle della collettività, denunciando l'uso retorico di alcuni termini cardine della nostra società (democrazia, rivoluzione, idea) che li svuota di ogni concreta spendibilità politica,  è portata in scena con arguta precisione. Il gusto per il divertissement e il non senso però prevale sulla pars construens sulla proposta di lettura della società, con occhi e strumenti nuovi.

Non già una soluzione, beninteso, ma almeno una considerazione di partenza dalla quale costruire insieme un discorso critico. Un punto di vista davvero critico dal quale e con il quale allestire un percorso di analisi politica (sociologica? antropologica?) che la forma-perfromance avrebbe permesso di innestarsi nel suo stesso farsi in un meta-teatro che avrebbe potuto ragionare  sulle forme stesse della comunicazione scenica. Invece Futuri voli rimane sul livello della boutade, della provocazione divertita più che divertente attestandosi su una autoreferenzialità alla fine, alquanto sterile.

Più attenta al nitore formale, al gusto ironico ma egotista del parlare e comunicare al pubblico Futuri voli finisce per vivere dello stesso linguaggio che giustamente irride rimanendo circoscritto dalle convenzioni di un teatro (borghese) dalle quali i due performer e la performer non si sottraggono  nemmeno quando lasciano il palco e si muovono in platea nel tentativo di attraversare la quarta parete senza riuscirci davvero.

Al discorso critico prevale il narcisismo di una performance che dice al pubblico sono io il mondo è me che sei venuto a vedere invece di dargli degli stimoli e farlo diventare lui stesso performance, in una pratica collettiva di un fare e fruire teatro altro cui Futuri voli non riesce mai ad approdare  rimanendo fondamentalmente antirivoluzionario.